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mercoledì 24 marzo 2010

Mostra: Histrionica - Ravenna

Nel complesso di S. Nicolò, dal 20 marzo al 12 settembre 2010, RavennAntica mette in scena "Histrionica. Teatri, maschere e spettacoli del mondo antico", una interessante esposizione archeologica sul teatro delle origini, con i suoi personaggi e allestimenti scenici, con le sue architetture e ritualità.


Il titolo gioca con il termine latino di origine etrusca histrio, che indica la figura dell'attore di teatro, e l'allestimento valorizza e declina in tutte le sue forme una modalità di intrattenimento che presso gli antichi godeva di fortissima popolarità e aveva un grandissimo rilievo sociale.

Il percorso espositivo conduce il visitatore ad ammirare reperti soprattutto di età romana, provenienti dall’area vesuviana e presenti nelle collezioni del Museo Archeologico Nazionale di Napoli e nei musei dell’Emilia-Romagna, in particolare dal Museo Nazionale di Ferrara, che conserva il patrimonio della necropoli di Spina, con i suoi materiali di tradizione greca legati anche alle origini del teatro.


Affresco con attore e maschera
Napoli, Museo Archeologico Nazionale

Cinque sono le sezioni nelle quali è suddivisa la mostra:
- i soggetti teatrali che arredavano la casa romana;
- la bottega dell'arte, ovvero i modelli originali per la produzione di maschere teatrali;
- gli edifici teatrali;
- il teatro romano: la commedia, la tragedia ed i vari personaggi stereotipati protagonisti delle opere;
- le origini del teatro, partendo dal mito di Dioniso.

Il visitatore può ammirare un notevole corpus di maschere legate ai generi teatrali. Gli oggetti provengono in gran parte dagli scavi delle antiche città sepolte dall'eruzione del vesuvio nel 79 d.C. e destinati alla decorazione architettonica di edifici pubblici e domus.


Maschera tragica in marmo

Non si sono purtroppo conservate maschere originali antiche, realizzate in materiali deperibili. Ma un'ampia documentazione in merito proviene dalle produzioni antiche su marmo e terracotta.
In particolare il visitatore può entrare nella bottega di un artigiano di Pompei e osservare da vicino quindici maschere in gesso di duemila anni fa, probabilmente modelli di cui ci si serviva per la realizzazione di esemplari destinati agli attori.

Oltre alle maschere sono esposte due grandi statue bronzee di Livia, seconda moglie di Augusto, e del notabile L. Mammius Maximus, che adornavano l'antico teatro romano di Ercolano. Completano il quadro una ventina di suggestivi affreschi e mosaici con rappresentazioni di maschere e scene di teatro.


Emblema musivo policromo circolare
con lira circondata da otto cigni
Piacenza, Museo Civico, Palazzo Farnese

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